Il secondo acconto delle imposte è uno degli appuntamenti più pesanti per le partite IVA.
Che tu sia un libero professionista, un imprenditore individuale o socio di una società, novembre può mettere a dura prova la tua liquidità.
In questa guida ti spiego:
- acconto imposte novembre: quando si paga e chi riguarda
- metodo storico o previsionale: quale scegliere
- importi, percentuali e codici tributo
- attenzione: niente rate per l’acconto 2025
- come gestire la liquidità per l’acconto di novembre
- cosa fare se sbagli: il ravvedimento operoso
Acconto imposte novembre: quando si paga e chi riguarda
La scadenza da segnare sul calendario è lunedì 1° dicembre 2025 (il 30 novembre cade di domenica).
Si tratta del secondo acconto – o dell’unico – di:
- IRPEF
- IRES
- IRAP
- Contributi INPS
Devono pagare l’acconto:
- le persone fisiche (professionisti, imprenditori individuali, forfettari)
- le società di persone e di capitali
- gli esercenti attività d’impresa e arti o professioni
- chi affitta immobili con cedolare secca
Chi è in regime forfettario deve versare l’acconto dell’imposta sostitutiva.
Se sei un dipendente o pensionato, invece, l’acconto ti viene trattenuto direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione.
Metodo storico o previsionale: quale scegliere
Hai due strade per calcolare l’acconto:
- metodo storico: paghi il 100% dell’imposta risultante dalla dichiarazione dell’anno precedente. È il metodo più sicuro.
- metodo previsionale: puoi stimare un reddito inferiore e pagare meno acconto. Utile se prevedi un calo del fatturato o una chiusura dell’attività. Ma occhio: se sbagli e paghi meno del dovuto, rischi una sanzione fino al 25% (dal 1° settembre 2024, prima era il 30%).
Per questo ti consiglio di valutare bene insieme al tuo consulente prima di optare per il previsionale.
Importi, percentuali e codici tributo
Le regole cambiano in base all’importo dell’acconto:
- se l’importo complessivo è sotto i 257,52 euro → paghi tutto in unica soluzione.
- se è pari o superiore a 257,52 euro → paghi in due rate:
- 1ª rata (40%) a giugno/luglio
- 2ª rata (60%) entro il 1° dicembre 2025
I contribuenti ISA e forfettari, invece, pagano in due rate da 50% ciascuna.
Ecco i codici tributo principali da usare nel modello F24:
- 4034 → IRPEF
- 1791 → imposta sostitutiva forfettari
- 1841 → cedolare secca
- 3813 → IRAP
- 2008, 3882 → per i maggiori acconti IRES/IRAP (introdotti nel 2025)
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Attenzione: niente rate per l’acconto 2025
A differenza degli ultimi anni, il secondo acconto 2025 non potrà essere rateizzato.
Il Ministro Giorgetti ha chiarito che per quest’anno non ci saranno proroghe o dilazioni: bisogna versare l’importo in un’unica soluzione entro il 1° dicembre.
Questo rende ancora più importante pianificare per tempo le uscite finanziarie.
Come gestire la liquidità per l’acconto di novembre
Ecco alcuni consigli pratici per non arrivare impreparati:
- accantona ogni mese una parte dei compensi per le imposte.
- monitora i flussi di cassa: verifica entrate e uscite con cadenza regolare.
- anticipa il versamento di qualche giorno, così eviti corse all’ultimo minuto e possibili errori.
- se hai molti pagamenti in vista, considera strumenti come il microcredito o linee di liquidità a breve termine.
- in caso di calo di fatturato, valuta con attenzione il metodo previsionale (ma solo con il supporto di un consulente esperto).
Cosa fare se sbagli: il ravvedimento operoso
Hai dimenticato di versare l’acconto o hai pagato meno del dovuto? Nessun panico.
Puoi rimediare con il ravvedimento operoso:
- entro 14 giorni → sanzione ridotta allo 0,0833% al giorno
- entro 30 giorni → sanzione dell’1,39%
- entro 90 giorni → sanzione del 12,5%
- dopo 90 giorni → sanzione al 25%
In tutti i casi, si aggiungono gli interessi di mora, al 2% annuo dal 2025.
Conclusioni
L’acconto di novembre è un passaggio obbligato per chi ha una partita IVA. Ma può diventare anche un’opportunità per migliorare la propria pianificazione fiscale e finanziaria.
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