Regime forfettario o ordinario: quando conviene davvero cambiare

Regime forfettario o ordinario: quando cambiare?
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La scelta tra regime forfettario e regime ordinario è uno dei dilemmi più comuni per chi ha una partita IVA.

All’inizio la risposta sembra facile: si parte col forfettario perché è più semplice, meno impegnativo e ha una tassazione bassa.

Ma con il tempo le cose cambiano: i ricavi aumentano, i costi pure, e in tanti si chiedono se non sia il momento di passare al regime ordinario.

In questo articolo ti spiego:

  • i vantaggi e i limiti del regime forfettario
  • quando conviene il regime forfettario
  • quando conviene passare al regime ordinario
  • un confronto pratico tra i due regimi
  • cosa valutare prima di scegliere

Regime forfettario: vantaggi e limiti

Il regime forfettario è pensato per chi ha ricavi contenuti e pochi costi.

Offre una tassazione agevolata al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni), non prevede l’IVA sulle fatture e semplifica al massimo la contabilità.

Dal 2023, il limite di ricavi è salito a 85.000 euro annui.

Ma attenzione alle soglie:

  • fino a 85.000 € → resti nel forfettario anche l’anno dopo
  • tra 85.001 € e 100.000 € → resti nel forfettario per l’anno in corso, ma esci dal 1° gennaio successivo
  • oltre 100.000 € → esci subito dal regime, già dalla fattura che fa superare la soglia

Altro elemento importante: nel forfettario non puoi dedurre i costi reali, ma solo un coefficiente fisso di redditività che varia in base al tuo codice ATECO.

Ad esempio:

  • Consulenti (78%)

  • Commercianti (40%)

  • Costruzioni (86%)

Il reddito imponibile si calcola applicando quel coefficiente ai ricavi.

Se i tuoi costi sono bassi, può convenire. Ma se iniziano a pesare, bisogna fare i conti.

Quando conviene restare in regime forfettario

Il regime forfettario resta vantaggioso in diversi casi.

Ecco i principali:

  • hai costi bassi rispetto al coefficiente. Esempio: se incassi 85.000 € e hai solo 10.000 € di costi, il coefficiente del 78% è più favorevole rispetto al calcolo reale.
  • fai attività ad alta redditività. Servizi digitali, consulenza, coaching, design, sono attività con spese ridotte e margini alti. Con il forfettario risparmi.
  • cerchi semplicità. Niente IVA, niente registri contabili, niente studi di settore o adempimenti complessi. Anche i costi del commercialista sono più contenuti.

Regime ordinario: quando conviene il passaggio

Il regime ordinario inizia a diventare più interessante quando i costi aumentano e possono essere documentati.

Infatti in questo regime puoi dedurre tutte le spese legate alla tua attività.

Ecco alcuni esempi di costi deducibili:

  •  Attrezzature, software, computer: 100%
  •  Affitto ufficio, bollette, internet: 100%
  •  Collaboratori e dipendenti: 100%
  •  Formazione professionale: fino a 10.000 €
  •  Spese auto: 20%
  •  Spese telefoniche: 80%
  •  Vitto e alloggio: 75%

In più, puoi detrarre l’IVA sugli acquisti, che nel forfettario è un costo a tutti gli effetti.

Se fai investimenti importanti o compri beni con IVA alta, il risparmio è notevole.

Infine, se sei vicino ai limiti dei ricavi, il passaggio programmato ti evita uscite improvvise e ti permette di pianificare meglio.

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Confronto pratico: forfettario vs ordinario

Facciamo un esempio concreto per capire la differenza.

Marco è un consulente con ricavi annui di 85.000 € e coefficiente di redditività al 78%.

Confrontiamo due scenari:

Scenario A: costi reali 15.000 €

Forfettario
Reddito imponibile: 85.000 € × 78% = 66.300 €
Imposta sostitutiva (15%): 9.945 €

Ordinario
Reddito imponibile: 85.000 € – 15.000 € = 70.000 €
IRPEF (semplificato): circa 21.140 €

Vince il forfettario, con un risparmio netto di oltre 11.000 €

Scenario B: costi reali 50.000 €

Forfettario
Reddito imponibile: 66.300 €
Imposta sostitutiva (15%): 9.945 €

Ordinario
Reddito imponibile: 85.000 € – 50.000 € = 35.000 €
IRPEF: circa 8.890 €

Vince l’ordinario, con un risparmio di circa 1.055 € (senza contare IVA detraibile)

Oltre le tasse: cosa valutare prima di scegliere

La convenienza fiscale è importante, ma non è tutto.

Ecco altri aspetti da considerare:

Credibilità con banche e finanziatori
Il regime ordinario ti permette di avere bilanci più completi, utili per ottenere mutui o finanziamenti.

Investimenti e crescita
Nel regime ordinario puoi pianificare meglio spese e ammortamenti. Se vuoi far crescere il tuo business, può essere la scelta giusta.

Gestione dell’IVA
Nel forfettario tutto il fatturato è “netto”, ma non puoi scaricare l’IVA. Nell’ordinario invece la gestisci, ma diventa un’imposta da versare.

Contributi INPS
Nel forfettario si calcolano sul reddito forfettario (più alto), nell’ordinario sul reddito netto. Questo incide anche sulla pensione futura.

Conclusioni: meglio forfettario o ordinario?

Non esiste una risposta valida per tutti.

Il regime forfettario conviene se:

  • hai pochi costi

  • lavori da solo o con strumenti leggeri

  • vuoi evitare complicazioni fiscali

Il regime ordinario conviene se:

  • hai molte spese documentabili

  • acquisti beni con IVA alta

  • punti a far crescere l’attività

Il consiglio?

Fai simulazioni, confronta i numeri e valuta anche i tuoi obiettivi di crescita. E se hai dubbi, affidati a chi fa questo lavoro ogni giorno.

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Svolgo dal 1984 la professione di Ragioniere Tributarista con studio in Torino. La mia specializzazione consiste nel fornire risposte e soluzioni alle problematiche fiscali e tributarie delle piccole imprese e dei liberi professionisti.