Spese deducibili forfettario: cosa puoi scaricare davvero

Spese deducibili forfettario: cosa puoi scaricare davvero
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Il regime forfettario è una delle scelte fiscali più semplici e vantaggiose per chi apre la partita IVA.

Tuttavia, c’è un dubbio che tormenta molti professionisti alle prime armi: quali spese si possono dedurre?

In questo articolo ti spiego:

  • come funziona la deduzione delle spese nel regime forfettario
  • l’unica spesa deducibile: i contributi previdenziali
  • le spese che non puoi dedurre
  • cosa puoi detrarre dall’IRPEF
  • i rimborsi spese non sono più tassati
  • quando conviene il regime forfettario

Regime forfettario: come funziona la deduzione

La prima cosa da sapere è che non puoi dedurre le spese come nei regimi ordinari.

Nel forfettario il reddito imponibile non si calcola togliendo le spese dai ricavi. Si applica invece un coefficiente di redditività, che cambia in base al tuo codice ATECO. Questo coefficiente serve a stimare, in modo automatico, quante spese hai sostenuto.

Ad esempio:

  • se sei un libero professionista (es. social media manager) il coefficiente è del 78% → significa che il 22% del tuo fatturato è considerato spesa in automatico.
  • se hai un’attività di commercio, il coefficiente può scendere fino al 40%.

Quindi, se fatturi 20.000€, il tuo reddito imponibile sarà 20.000 € × 78% = 15.600€, a prescindere dalle spese effettive.

L’unica spesa deducibile: i contributi previdenziali

C’è però una spesa che puoi dedurre sul serio: i contributi previdenziali obbligatori.

Sono deducibili:

  • contributi INPS gestione separata (per freelance senza albo)
  • contributi INPS artigiani e commercianti
  • contributi versati alle casse professionali (es. Inarcassa, CNPADC, ENPAV)

La formula è questa:

Reddito imponibile = Ricavi × Coefficiente – Contributi versati

Esempio pratico:

Alice è una social media manager con:

  • ricavi: 20.000 €
  • coefficiente: 78%
  • contributi versati: 4.000 €

Reddito lordo: 20.000 × 78% = 15.600 €

Reddito netto: 15.600 – 4.000 = 11.600 €

Su questo importo si applica l’imposta sostitutiva del 15% (oppure 5% se sei nei primi 5 anni di attività).

Esempi per altre attività in forfettario

Avvocato (coefficiente 78%)

  • fatturato: 13.000 €
  • contributi: 2.700 €
  • reddito lordo: 13.000 × 78% = 10.140 €
  • reddito netto: 10.140 – 2.700 = 7.440 €

Commerciante e-commerce (coefficiente 40%)

  • fatturato: 30.000 €
  • contributi: 4.407,92 €
  • reddito lordo: 30.000 × 40% = 12.000 €
  • reddito netto: 12.000 – 4.407,92 = 7.592,08 €

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Cosa NON puoi dedurre

Molti professionisti restano sorpresi da questo elenco. Ecco le spese che non puoi dedurre nel forfettario:

  • auto e trasporti
  • canone di affitto dello studio
  • software, bollette, telefono
  • formazione e corsi
  • collaboratori o consulenze
  • acquisto di beni strumentali (computer, stampanti…)

Tutte queste spese sono già “incluse” nel coefficiente di redditività. Anche se le sostieni, non riducono le tasse.

Detrazioni IRPEF: solo se hai altri redditi

Chi è in regime forfettario non paga IRPEF ma un’imposta sostitutiva. Per questo non può applicare le detrazioni classiche (es. spese mediche, affitto, figli a carico).

C’è però un’eccezione: se hai altri redditi soggetti a IRPEF, ad esempio un lavoro dipendente part-time.

Caso pratico:

  • Alice: solo partita IVA forfettaria → ❌ niente detrazioni IRPEF
  • Marco: forfettario + lavoro dipendente → ✔️ può detrarre spese mediche, affitto, mutuo sulla parte IRPEF da lavoro dipendente

Novità 2025: rimborsi spese non tassabili

Una buona notizia per chi anticipa spese per conto dei clienti (es. bolli, diritti, marche). Dal 2025, questi rimborsi non sono più tassati se documentati e intestati al committente.

È un piccolo ma utile alleggerimento per chi lavora con enti o aziende che richiedono anticipazioni.

Quando conviene il regime forfettario

Il forfettario conviene se le tue spese reali sono inferiori o uguali al 22% (o alla percentuale prevista per il tuo coefficiente).

Se invece hai molte spese reali (affitto alto, collaboratori, software costosi), valuta con un commercialista se passare al regime ordinario.

Vantaggi principali:

  • tassazione agevolata (15% o 5% per startup)
  • niente IVA da versare
  • contabilità semplificata
  • contributi previdenziali deducibili

Conclusione

Per chi è all’inizio il regime forfettario è spesso la scelta ideale. Ma è importante capire che non tutte le spese riducono le tasse.

La vera leva fiscale è la deduzione dei contributi. Per questo è utile pianificare bene quando e come versarli.

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Svolgo dal 1984 la professione di Ragioniere Tributarista con studio in Torino. La mia specializzazione consiste nel fornire risposte e soluzioni alle problematiche fiscali e tributarie delle piccole imprese e dei liberi professionisti.